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  • 309: CHIUDERE IL CERCHIO

John Dunne: Nelle pratiche tradizionali che prevedono l’uso del mandala, spesso si inizia entrando nel mandala e praticando una circumnavigazione intorno al centro, come abbiamo appena fatto. Ora stiamo per concludere il nostro percorso attraverso il mandala, dirigendoci verso il centro. Come vi sembra la conclusione di questa esperienza? Esplorare e trasformare le emozioni di orgoglio, rabbia, attaccamento e gelosia dove ci ha portato? L’esperienza trasformativa finale del mandala proposta qui al centro è il superamento dell’ignoranza, così che in noi possa germogliare quella saggezza che ci fa vedere le cose come sono realmente, come uno spazio che illumina con luce pura. Sentiamo cosa ha da dire Rinpoche al riguardo.

Ponlop Rinpoche: Il centro del mandala è chiamato la famiglia di Buddha. Nell’arte tantrica del mandala, il cerchio centrale rappresenta le fondamenta, le basi che tutte le altre famiglie di Buddha hanno bisogno per funzionare. È simboleggiato da una ruota, la ruota del Dharma, e la saggezza associata a questo elemento è la saggezza che permette di vedere le cose come sono realmente. La saggezza che ci permette di vedere la realtà è chiamata Dharmadhatu. Ha il potere di trasformare l’espressione di ignoranza o disorientamento della nostra mente nevrotica. Questa saggezza possiede la qualità dello spazio vuoto, uno spazio assoluto dove la mente e gli eventi possono manifestarsi in sincronia con la realtà. È una bella coreografia della mente e degli eventi nello spazio della realtà. La saggezza dello spazio assoluto è una saggezza che ci permette di vedere la realtà così come è, senza l’esperienza dualistica di soggetto e oggetto, destra e sinistra, per una sensazione di circolarità completa. Un cerchio non ha né inizio né fine, così come non ha angoli. È la completezza di vedere le cose come sono realmente. 

John Dunne: Grazie per essere stati con noi oggi e per esservi dedicati al difficile ma gratificante lavoro dell’esplorazione emotiva. Spero che da questa esperienza riusciate a fare vostro almeno un insegnamento, ovvero che i pensieri possono diventare facilmente fissazioni e che se veniamo soggiogati dalle emozioni distruttive, è molto facile pensare che i nostri pensieri coincidano con la situazione reale. Per superare questa confusione dobbiamo riconoscere che si tratta solo di pensieri che non corrispondono alla realtà che sembrano dipingere. Questa forma di saggezza ci offre un modo potente per non restare intrappolati nei pensieri, soprattutto in quei pensieri che generano sofferenza emotiva.

L’invito che intendiamo formulare è quello di non fissarsi sui pensieri, ma di acquisire una consapevolezza ampia ed aperta. Anziché concentrarci su ciò che abbiamo davanti agli occhi, consideriamo anche quello che è intorno a noi, la sfera esperienziale più vasta in ogni momento.

Vi ringraziamo per averci accompagnati in questo percorso mandalico, forse anche con momenti di vulnerabilità e introspezione. E ci auguriamo che condividiate con noi gli insegnamenti che avete tratto personalmente grazie a queste pratiche. Sentitevi liberi di restare qui tutto il tempo che ritenete necessario, e di portare con voi qualunque cosa possa aiutarvi a creare il vostro bagaglio emozionale. Grazie ancora. E che questa esperienza possa essere di beneficio per tutti gli esseri.

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